lunedì 24 novembre 2008

Alla ricerca dell'arte perduta (4)

Solimano

Correggio: Leda (1531) cm 152 x 191 Staatliche Museen, Berlino

Qualcuno potrebbe dirmi: "Ma quale arte perduta? La Leda del Correggio se ne sta tranquilla al Museo di Berlino e non è venuta alla Mostra di Parma chissà perché, avranno litigato i due sovrintendenti."
Ma le cose non sono così semplici.
Il Correggio dipinse quattro Amori di Giove per il duca Federico II Gonzaga che voleva farne dono a Carlo V per la sua incoronazione a Bologna, che avvenne nel 1530. Solo che il Correggio probabilmente non fece in tempo e quasi tutti i critici ritengono che i quattro quadri siano stati completati nel 1531. Oltre alla Leda, che sta a Berlino, ci sono l'Io e il Ganimede che stanno a Vienna e la Danae della Galleria Borghese di Roma.
Torniamo alla Leda. E' un quadro che nei secoli ha viaggiato molto: Madrid, Praga, Stoccolma, Parigi, Berlino, ancora Parigi, ancora Berlino. Nel Settecento il quadro era nella collezione del Duca Filippo d'Orléans, il Reggente, che ebbe i poteri reali in attesa della maggiore età di Luigi XV. Il Duca era notoriamente libertino e dissoluto, di lui si dice che, assistendo -come suo dovere- alle funzioni religiose, avesse per le mani una strana edizione della Bibbia: all'esterno, sembrava proprio la Bibbia, all'interno c'era Rabelais, così il tempo in chiesa passava meglio.
Ma le contraddizioni sono sempre in agguato: ad esempio, il Duca d'Orléans protesse i rigorosi giansenisti, perché così poteva fare un dispetto al Papa. Luigi, il figlio del Duca, era un po' diverso: un bacchettone di prima forza, devoto e bigotto. Un brutto giorno -Luigi aveva meno di vent'anni- prese un paio di forbici e fece a pezzi la Leda del Correggio, distruggendone inoltre la testa.
Furono i pittori a salvare quel che restava della Leda, soprattutto Charles-Antoine Coypel, premier peintre di corte, e negli anni si dettero da fare anche Vanloo e Boucher (il Correggio era il nume tutelare del Settecento francese). Coypel rifece la testa, che non è quella attuale , eseguita da Jakob von Schlesinger, un pittore tedesco dell'Ottocento (la Leda arrivò definitivamente a Berlino nel 1830).
Per fortuna c'è rimasta una copia della Leda fatta prima dell'intervento delle forbici di quello sciagurato del figlio del Duca. La fece lo spagnolo Eugenio Caxés nel 1604 per il Re Filippo III. Da questa copia si capisce che la Leda originaria del Correggio era ancor più erotica di quella attuale: basta osservare come l'inclinazione della testa segue l'inclinazione del collo del cigno durante l'amplesso, chiamiamo le cose col loro nome. A destra, inserisco il particolare col corteggiamento preliminare del cigno e la sua partenza. La fantesca dà la veste a Leda, che guarda con un sorriso grato e felice il cigno in volo.

Eugenio Caxés: Copia della Leda del Correggio (1604) Prado, Madrid

8 commenti:

Giuliano ha detto...

Questi sono di quei dipinti che fanno capire il perché sia esistita la censura. Difficile rimanere indifferenti. (quanto meno, Leda la vorrei per me e per nessun altro).

Anonimo ha detto...

Infatti mi mette a disagio. E dire che ci sono altri dipinti forse più ammiccanti ed erotici di questo. Tuttavia questo candore miscellato ad un erotismo fuori dagli schemi e scandaloso lo rende molto conturbante, quasi fastidioso.

Roby ha detto...

...ma le piume del cigno, a Leda, non le facevano il solletico????

[;-P]


Roby(mpertinente)

Habanera ha detto...

Infatti, la Leda a Parma non c'era, come non era alla Galleria Borghese di Roma nella recente mostra Correggio e l'Antico.
Pare che sia inamovibile per ragioni conservative.
Chissà, forse a vederla da vicino, tra tante altre opere, non mi avrebbe dato fastidio.
Ma qui, sullo schermo del mio pc, un po' mette a disagio anche me.
Concordo con Sgnapis, senza nulla togliere all'interesse con cui ho letto questo bel post.
H.

Solimano ha detto...

Gli Amori di Giove del Correggio sono quattro, poi ci sono altri due suoi quadri mitologici a forte valenza erotica: L'educazione di Amore alla National Gallery di Londra e Venere dormiente sorpresa da un satiro al Louvre. Pochi pittori hanno avvicinato il Correggio nel tema dell'erotismo felice: Tiziano, Fragonard, Renoir. Fra i pittori dell'Ottocento, a parte gli accademici che utilizzavano i temi storici e mitologici per inserire nudi di donne, ci sono due grandi pittori che hanno espresso un erotismo diverso e che in un certo senso hanno anticipato l'erotismo del cinema: Courbet e Manet.
L'erotismo è un grande tema ed è giustissimo che ognuno lo senta a modo suo. Ad esempio, dei quattro Amori di Giove del Correggio, il Giove e Ganimede è artisticamente un capolavoro, ma la valenza erotica non posso sentirla: è questione di orientamento sessuale. E ci sono naturalmente delle grandi differenze nella percezione fra uomini e donne, ognuno ha ragione a modo suo perché ha un suo erotismo. Basta non negare l'importanza del tema: ci sono quadri in chiese con San Sebastiano e Santa Maria Maddalena che sono al tempo stesso quadri molto religiosi e molto erotici. La Chiesa lo sapeva benissimo, molto più di oggi.

grazie e saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Leda col cigno e' certamente uno dei piu' erotici tra i temi pittorici, assieme a Susanna e i Vecchioni. Il giovine iconoclasta avra' ricevuto la dose di sculacciate che meritava, o non sara' stato piuttosto il maggiordomo a prendere la colpa (e magari perdere la testa)?
La mia Leda favorita e' quella del Tintoretto, con quel cigno cosi' ottusamente vero e selvatico. (Ma non e' che ne conosca tante, invero).

Giuliano ha detto...

Leda e Paperino: non è uno scherzo, è un bel disegno che avevo ripescato per "Le oche nel cinema" l'anno scorso. E' ancora lì, su Abbracciepopcorn.
Però adesso mi sfugge il nome del disegnatore Disney (uno di quelli grandi) che si è divertito a immaginare l'incontro...

Solimano ha detto...

Màz, la mitologia è stata (ed è ancora...) una grande fonte per l'erotismo dei quadri, ma una fonte ancora più coinvolgente (da un punto di vista non secondario) è proprio la Bibbia. Non solo la Sesanna, ma Betsabea, Dalila, Esther, Ruth, le figlie di Lot, Eva (moltissimo!) e come maschietti David, San Giorgio, San Sebastiano. Poi le tentazioni di Sant'Antonio. La Chiesa istituzionale lo sapeva benissimo ma altro che chiudere un occhio, li apriva tutti e due!
Sapeva il fatto suo, non come oggi, che vivono in preda alle ossessioni, dimenticando che per San Tommaso (e per Dante) la lussuria è il peccato minore. Il che significa che peccati maggiori: fraudolenti, ipocriti, ruffiani, traditori li considerano nei fatti minori, e questo spiega tante cose. Sono laico, e guardo questi cambiamenti dall'esterno, ma a chi crede veramente, va bene che oggi sia così?

saludos
Solimano