lunedì 27 ottobre 2008

Scuola all'aria aperta

Giulia
L’altro giorno camminavo per la città e mi sono imbattuta in una lezione all'aria aperta di un professore di psicologia. Mi sono seduta anch'io con gli studenti ad ascoltare. In realtà la lezione non l'ho seguita molto. Guardavo quei ragazzi, i loro visi tutti attenti a quello che il professore diceva. Ed era bello vedere proprio insieme studenti ed insegnante. Ne ho incontrati altri in tutta la città. Ho pensato che la scuola avesse bisogno di una ventata di aria fresca.

I professori apparivano chi un po’ impacciato, chi invece più a suo agio in quella veste meno formale. Non c’erano cattedre a creare distanze. Eppure non c’era neanche mescolanza. Ognuno era nel suo ruolo e questa scuola fuori delle “mura” aveva qualcosa di affascinante.

Vedendo la mobilitazione degli studenti, non ho pensato alla Gelmini, né a Berlusconi, né alla riforma. In quel momento mi godevo l’animazione che c’era nelle strade: c’era tanta vitalità. Mi mescolavo e sentivo dentro di me un’energia nuova, colorata. Vi sembrerà strano che fosse colorata, eppure da tempo l’atmosfera mi sembrava grigia, pesante, l’altro giorno no… i colori riprendevano il loro posto e l’aria era più leggera. Non mi sono chiesta a cosa sarebbe servita tutta questa mobilitazione, cosa sarebbe successo dopo. Ho vissuto quel momento e basta.

Si parla spesso sui giornali dei giovani e non se ne fa un ritratto eclatante. ieri ne ho visti molti e mi parevano tanto belli e vitali. E almeno per un istante ho sperato per loro che andassero incontro ad un mondo migliore, che avessero voglia di riprendersi in mano la loro vita.


10 commenti:

Solimano ha detto...

Benvenuta Giulia. Pochi giorni fa c'è stata nel Nonblog di Habanera una conversazione a cui anche tu hai partecipato: abbiamo detto la nostra esperienza con alcuni insegnanti che abbiamo avuto da bambini e da ragazzi. Esperienza sia nel bene che nel male.
Mi ha confermato in una opinione: al di là delle critiche anche giuste che si possono fare alla scuola ed agli insegnanti, al di là anche della frustrazione di tanti insegnanti, che è più difficile da affrontare anche della critica più aspra, un insegnante può fare molto per i ragazzi, un molto che dura tutta la vita. Facendolo, fa molto per se stesso, e questo gli può permettere di affrontare con lucidità decisa e tranquilla anche le situazioni più difficili, specie quelle che piovono dall'alto. E' giusta la fierezza, nello svolgere un lavoro così importante. Poi viene il resto, e verrà più facilmente.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Cara Giulia, sai cosa succede? Che questi qua, i 16-20enni, sono i primi cresciuti senza Canale5. Sono quelli cresciuti con internet, o magari con i canali tematici di Sky, quindi con più libertà di scelta e più modelli possibili.
Vediamo, speriamo.

Anonimo ha detto...

Grazie, mi piace essere qui con voi in queste "stanze all'aria".
Solimano, io credo davvero perchè l'ho vissuto in prima persona che un insegnante può essere davvero importante e al di laà di tutto può fare molto per i ragazzi che vede tutti i giorni. E' un bel lavoro e in questo so di essere molto in controtendenza. Io che non volevo fare l'insegnante e che ci sono capitata per caso. Ma ben venga a volte il caso. Devo dire che molto mi hanno regalato i ragazzi, tanta esperienza, tanta vita che è passata davanti ai miei occhi...
Giuliano, non so come siano i ragazzi adesso e che cosa sortirà da questa mobilitazione, ma godiamoci questo momento. Per loro è sicuramente al di là di tutto un momento importante di confronto e soprattutto di vita.
Ciao, Giulia

Anonimo ha detto...

Benvenuta, Giulia, anche da me. Scrivi di qualcosa che mi tocca profondamente, forse perché sono stata la prima a "mollare" in una famiglia che dell'insegnamento aveva fatto – prima che una tradizione – una missione in cui credere e a cui dedicarsi anima e corpo. Ma, rispetto ai tempi di mia nonna, di mia madre, di sua sorella, delle zie e delle cognate che ancora si battono per la scuola, vedo gli insegnanti troppo soli. E per me, che mi sento al loro fianco ora come genitrice (in rotta di collisione con la stragrande maggioranza degli altri genitori, sempre pronti a difendere i loro scarrafoni ad oltranza, anche di fronte alla peggiore delle evidenze), ciò significa ulteriore solitudine.
Credo ci sia una parte sana e promettente nelle nuove generazioni, così come certamente esiste una parte "perduta" e demotivata nel corpo insegnante; ma tirando le somme insegnare, formare ed educare – per chi ci crede – è diventato difficile. Sarà perché credo che le famiglie abbiano abdicato ai compiti e alle responsabilità fondamentali e i nodi vengono al pettine proprio nella scuola, dove gli obiettivi non sono solo quelli di portare a termine un programma ministeriale. So anche che parole come responsabilità, ruoli, punti di riferimento, regole, rispetto sono inattuali, ovvero hanno mutato il loro significato. Ma di questo non posso che rammaricarmi; e poiché i figli non crescono sotto una campana di vetro, non riesco neppure a immaginare quel "molto che dura tutta la vita" e del quale ho avuto esperienza.
"Vediamo, speriamo", dice Giuliano. Mi associo, e non so se basti.

Roby ha detto...

Giulia, bel post! Vorrei ce ne siano tanti, di insegnanti come te, così coscienziosi e appassionati! A onor del vero, in 13 anni di colloqui con i professori e di consigli di classe ne ho incontrati pochi: ma gli stipendi bassi, lo stress e l'incomprensione di molti genitori pieni di boria spiegano tante cose...

Giuliano, bella riflessione quella sui giovani cresciuti senza Canale 5, ma -come madre di una quasi 20enne- abbasserei l'età a 15-17 anni al massimo!

Roby

Roby ha detto...

Ooops! Errore degno della Gelmini, dovuto a cambiamento in extremis di verbo reggente: "vorrei ce ne FOSSERO" , ovviamente, non "SIANO"!!!!

Roby

Anonimo ha detto...

Stefania, è vero è più difficile insegnare, o meglio è diverso. Il mondo è cambiato e la scuola lo è molto poco. Alcuni insegnanti hanno come focus i ragazzi e la cultura a cui appassionarli, altri i programmi. Ma vi assicuro che, quando si accetta di entrare in relazione con loro, i risultati si hanno eccome anche nell'apprendimento. Dopo trent'anni credo di poterlo dire, ma nessuno ci ha mai formato in questo senso e questo è il punto. Ognuno deve fare la sua parte. E' vero a volte i genitori non ci sono, ma noi possiamo esserci...
Io penso che dovremmo sentire in noi una resposnabilità che va al di là delle responsabilità degli altri. Io faccio la mia parte, quella posso farla. Non sono comunque i ragazzi la nostra controparte, e su altri che dovremmo riversare la nostra frustrazione se c'è. Ciao a tutti, Giulia

Habanera ha detto...

Ho pensato che la scuola avesse bisogno di una ventata di aria fresca.

Che splendida cosa hai detto, Giulia.
Tutto mi piace del tuo post ma questa frase mi ha colpito in modo particolare.
Penso che avremmo bisogno tutti di una ventata di aria fresca. E anche di imparare a guardarci attorno con attenzione ed amore, come hai fatto tu. Limitarsi al mugugno, ed all'elenco trito e ritrito di tutte le cose che non vanno, non serve a niente e a nessuno.
H.

mazapegul ha detto...

Ciao Giulia. Mercoledì ho in programma una lezione in piazza S. Francesco a Bologna: Moto browniano ed equazione del calore. Spero che passino di lì persone simpatiche come te.

Anonimo ha detto...

Habanera, oggi sono scesa e ho trovato tantissimi studenti che attraversavano la strada. Questo movimento sembra non volersi arrestare ed è dappertutto...
Mazapegul peccato che non sono a Bologna e non posso venirci.
Un abbraccio alla prof. in piazza, Giulia