lunedì 27 ottobre 2008

La piaga dei conduttori

Giuliano
L’argomento è la scuola: la decisione governativa di fare classi separate per gli stranieri. Una ragazza dal forte accento romano, indistinguibile da qualsiasi altra ragazza romana, dice di essere contraria: lei è nata in Marocco e a sei anni non sapeva una parola d’italiano, si è integrata perfettamente grazie alla scuola. Il capogruppo leghista alla Camera le chiede quanti erano nella sua classe gli stranieri, la ragazza risponde “eravamo in due” e il leghista le dice: “Vede? E’ qui il problema. Con due stranieri per classe l’integrazione si può fare, con venti no.” Su questo punto tutti concordano, la discussione continua e io sono stupito di trovarmi di fronte ad un dibattito così sereno. Sul buon senso non si può non trovare un accordo. Purtroppo dura poco, saltano subito fuori i soliti depistaggi: il discorso di Fassino, il crocifisso nelle aule, il professore picchiato da un allievo, le moschee covo di terroristi, tutti bei discorsi ma che portavano fuori tema e che avrebbero impedito di arrivare a una coclusione nella mezz’ora prevista. In tutto questo bailamme, non solo il conduttore del dibattito non fa nulla per riportare la discussione nel suo ambito, ma aggiunge altra carne al fuoco e fa commenti suoi personali sull’argomento.
In un’altra trasmissione, su un altro canale, il ministro Castelli fa più volte pesantissimi apprezzamenti su Veltroni, dando tranquillamente per scontato che Veltroni abbia aperto una voragine nei conti del comune di Roma. Il conduttore, che è una bella e vistosa conduttrice, in casi come questo avrebbe il dovere di far presente: a) che Veltroni non è lì e non può ribattere; b) che su questi fatti non c’è stato alcun pronunciamento di terzi, cioè della Magistratura, ma solo il parere della parte politica avversa. Io dei politici non mi fido per principio, men che meno di Alemanno; e può ben darsi che Veltroni abbia aperto quel buco, ma qui siamo davanti alle regole più elementari di un dibattito pubblico.
A questo punto faccio un nome che potrà stupire: Giancarlo Magalli. L’inverno scorso mi è successo di vedere alcune sue interviste, non a politici ma a gente comune protagonista suo malgrado di fatti di cronaca. Ogni volta, il fatto era esposto brevemente e con molta chiarezza; c’era tutto il tempo di approfondire, anche in dieci minuti; e quando l’intervistato, magari con ottime ragioni, si lasciava sfuggire un “quel disgraziato che ha ucciso mia figlia”, Magalli era sempre pronto, con molto tatto, a ricordare che le indagini erano ancora in corso, che nessun tribunale si era ancora pronunciato, e che questa era da considerarsi solo come un’opinione personale dell’intervistato. Alle quali osservazioni l’intervistato non aveva di solito nulla da obiettare, ritenendole giuste.
Si dirà: la fortuna di non avere a che fare con i politici. E invece no, io dico che è mancanza di professionalità. Se tutti i dibattiti tv, su tutti i canali, finiscono sempre “in vacca”, gran parte della colpa è dei conduttori. Si sa come vengono scelti i conduttori: per la bella presenza, per la parlantina sciolta, per la vicinanza a qualche partito politico: e i risultati si vedono. E’ per questo che impazzano i “lasciami finire”, i “non interrompere”, i depistaggi vari: perché il conduttore non fa il suo mestiere, vuoi per carenze culturali (molto spesso evidenti), vuoi per asservimento personale, vuoi per il rischio di essere licenziati dal Padrone. Non è un caso che Enzo Biagi sia stato tanto insultato, e paragonato ad un estremista. Enzo Biagi era una persone mite ma determinata, nelle sue interviste sembrava quasi volersi nascondere, ma faceva sempre le domande giuste: e le domande giuste fanno sempre arrabbiare, soprattutto se sono giuste per chi vuol capire cosa succede veramente al di là dei comizi e delle dichiarazioni di facciata. (Oggi uno come Enzo Biagi troverebbe tutte le porte chiuse e gli toccherebbe fare un altro mestiere...)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giuliano, credo che sia colpa dei conduttori, ma sia anche una strategia ben studiata, per impedire di discutere, di ragionare e di riflettere. Da questa televisione imparano i ragazzi soprattutto e non solo. Ma è a loro che dovremmo pensare e il danno è enorme. Di questa televisione dovremmo parlare, perchè è questa televisione a creare ignoranza e ragazzi sempre più disorientati. Ciao, Giulia

Giuliano ha detto...

Sì, certo: ho volutamente tenuto fuori il discorso più apertamente politico-padronale, perché se no il discorso diventava enorme.
Ma il discorso della professionalità e della serietà è il primo passo. Sai qual è un altro punto importante, e troppo sottovalutato? Le trasmissioni sul calcio. Dovresti vedere (soprattutto sulle tv e sulle radio "piccole") quanto qualunquismo, quanta approssimazione, quanta stupidità pura e semplice: e sono trasmissioni seguitissime. Io ci ho fatto caso, e ti posso dire che la gente poi ripete pari pari quello che ha detto "l'opinionista", la mattina dopo.

Solimano ha detto...

Il peggio del peggio sono i reality, soprattutto il capostipite, il Grande Fratello.
Vi rendete conto, come si svolgono sicuramente le riunioni di sceneggiatura:
"Dunque domani Osvaldo bacerà Margherita, lei risponderà al bacio ma poi si sottrarrà, per il momento. Luigi se la prenderà con Gianni, verranno quasi alle mani e gli scapperà una bestemmia, ma chiederà scusa. Elsa e e Ludovico saranno nello stesso letto, staranno per fare l'amore, ma per il momento non lo faranno, solo che se cala l'audience abbiamo già creato il prerequisito..."
Persone/personaggi, personaggi/persone, ci rendiamo conto? Il quartiere a luci rosse di Amsterdam è molto meglio.
Il giorno dopo il Grande Fratello le commesse del GS dimenticano i clienti, a forza di chiacchierare a voce altissima delle prodezze dei Tariconi.
Daria Bignardi ci ha costruito la carriera, sul Grande Fratello, e se ne vanta pure.

saludos
Solimano