venerdì 31 ottobre 2008

La biblioteca come bella metafora sulla vita

Giulia

Amo i libri. Non amo solo leggerli, ma averli, ordinarli, trovare loro una collocazione nella libreria. Si devono sentire a loro agio ed in buona compagnia. Amo prenderli in mano, sfogliarli, leggere qua e là anche solo spezzoni di discorsi… A volte basta una frase a richiamare la mia attenzione, per cominciare a leggerli e per intessere con loro un dialogo tutto interiore.

La biblioteca come bella metafora sulla vita.
La vita che nasconde mille sorprese e sfumature, in cui puoi scegliere tra le strade che ti offre, che mescola e contamina, che percorre le strade della ragione, ma anche quelle del sentimento e del cuore, che a volte ti chiede un po’ di trasgressione, che aggrega e disgrega. La vita che ama ricordarti di non lasciarla passare con indifferenza, ma di intrattenere con lei un dialogo costante, perché non sei tu che decidi , ma sei tu che puoi scegliere tra le varie opportunità, scegliere, ma anche giocare con le possibili combinazioni, scegliere, ma anche esplorare dove l’occhio non arriva a prevedere cosa potrà succedere, scegliere, ma anche lasciarsi trasportare e guidare quando qualcosa ti dice che è proprio lì che devi essere, è proprio lì che devi andare… per poi ricominciare, ricominciare sempre come fosse un nuovo inizio. Un inizio più ricco, sempre più ricco…

La vita come i libri non ti indicano risposte ma percorsi da imboccare domanda dopo domanda… E' così che mi sento in questi giorni. Sfoglio le pagine della vita come le pagine di un libro e mi lascio condurre senza voler per forza arrivare "da qualche parte".

P.S. Nell'immagine sulla destra, "Donna che legge" di Utagawa Kuniyoshi (1798-1861)

5 commenti:

Solimano ha detto...

Giulia, io di librerie ne ho quattro. L'appartamento non è piccolo, ma neppure molto grande, così c'è una libreria anche nell'ingresso da notte. Le pulsioni un po' maniacali all'ordine delle librerie le conosco benissimo, ma adesso altro che stanze all'aria, è tutto a soqquadro.
E' un difetto, ma ha il suo bello: "Piatto ricco, mi ci ficco", basta allungare la mano e il gioco è fatto. Il motivo di fondo per cui leggo non è il sapere o il far vedere che so, neppure una specie di volontariato culturale. Il vero motivo per cui leggo è il piacere, quasi sensuoso e sensuale, sicuramente goloso. Il resto segue, comme l'intendence, ma se non c'è il piacere non c'è neanche il resto.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Roby ha detto...

Casa mia, invece, è piccolissima, ma il posto per i libri l'abbiamo trovato lo stesso, ricavandolo nel corridoio, di fianco al comodino, nel soppalco in camera della mi'figliola... La quale però, ahimè, non sembra condividere la stessa passione dei genitori. Peccato! Ci ho provato in tutti i modi: libri di gomma lavabile quand'era piccina, libri cartonati a colori vivaci quando andava all'asilo, libri pieni di illustrazioni alle elementari, persino biografie dei suoi divi preferiti alle medie... NULLA DA FARE! Dove ho sbagliato???

Roby

PS: Ciao, Giulia!

Giuliano ha detto...

Cara Giulia, fino a qualche anno fa avrei sottoscritto con entusiasmo.
Da qualche anno in qua, ogni tanto mi vien voglia di buttar via tutto, un bel falò prima che lo faccia qualcun altro. Lo so che non dovrei pensarlo, ma con Calderoli e Bossi ministri (per tacer degli altri/altre), il mio povero Ettore Schmitz, per esempio, con tutte le belle copertine ancora di Dall'Oglio...

Anonimo ha detto...

Bisogna resistere, anche nell'amore per i libri, per l'incontro con l'umano che riservano e consentono.
Come diceva Jabès, forse la speranza è davvero il libro, per la ricerca che chiede, per la pazienza del
voltare pagina, ogni volta.
zena

Dario ha detto...

Da emigrante ho dovuto abbandonare (parcheggiare) i miei libri ed il non poterli ancora recuperare mi fa sentire spesso nudo. Per protesta e per memento da tempo sono diventato quasi esclusivamente "cliente" di biblioteche e testi online, mi parrebbe, altrimenti, di tradire quei testi che più nessuno sfoglia... si spera nel futuro :-)