venerdì 24 ottobre 2008

Intarsi

mazapegul
Nell'intervallo pranzo di ieri ho preso la bicicletta e sono andato a S. Domenico di Bologna. Come altre chiese bolognesi, forse più di altre, è un gran deposito d'arte: eccelle su tutto l'arca di S. Domenico, che di per sè è un deposito di scultura, ma c'è anche -ugualmente sorprendente- il coro intarsiato. Bologna non è città turistica: gran parte dei visitatori s'accontenta di guardare S. Petronio (anche quello è un magazzino d'arte mica male), così a S. Domenico, S. Martino e S. Giacomo Maggiore (per citare solo tre chiese) non s'incontra quasi mai nessuno.
Questa volta mi sono limitato al coro: storie (e tradizioni) del Vecchio e Nuovo Testamento, storie dei martiri, decorazioni geometriche... di tutto e di più, realizzato da un bergamansco, ovviamente: fra Damiano Zambelli.
L'intervallo pranzo l'ho passato nel coro, soprattutto guardando il martirio di S. Stefano, appena fuori le mura di una Gerusalemme facilmente identificabile con Bergamo Alta. L'intarsio, di cui non ho trovato traccia in rete (ne metto un altro qui di fianco), è pieno di paesaggio, architettura, oggetti, persone e persino animali: volanti, di terra e di fiume.

Ho finito ieri di leggere l'instant book di Rampini e De Benedetti. Parlano di come solo in Italia, o quasi, sia possibile passeggiare nelle vicinanze di casa o del posto del lavoro, immersi nell'arte, ma in posti vitali: piazze, portici, chiese. E' uno dei successi del nostro paese aver coltivato questi ambienti, urbani e non solo. E' un patrimonio a rischio, però, quando cessa d'essere vissuto e apprezzato.

3 commenti:

Giuliano ha detto...

Che meraviglia. Ecco, se l'invidia è un buon indice di qualità, per chi fa gli intarsi (anche quelli minimi, non necessariamente artistici) provo un'invidia smisurata. A queste cose non ci sarei mai arrivato nemmeno con decenni di applicazione costante...

Roby ha detto...

Insomma basta: qui, sul Nonblog, in Abbracciepopcorn, nelle e-mail... mi ritrovo dappertutto Bologna, Bologna, Bologna!!!! E' una provocazione! E' istigazione bella e buona a uscire, andare alla stazione, comprare il biglietto e partire. Tanto, da Firenze S.Maria Novella a Bologna centrale ci sarà sì e no 1 ora, al prezzo di una pausa pranzo panino+bibita+caffè.

Vi saluto e... scappo!!!

Roby

Solimano ha detto...

L'intarsio è una grande arte minore che nel Quattrocento fu un'arte maggiore a tutti gli effetti, perché l'abbinamento con la prospettativa matematica creò una sinergia da cui uscirono i capolavori soprattutto di Giovanni da Verona (a Verona, a monteoliveto ed a Napoli) e degli intarsiatori degli studioli di Urbino e di Gubbio. A Bologna ci sono magnifiche opere del Cinquecento, tipo queste in San Domenico, e del Quattrocento: quelle in San Petronio, di Giacomo e Agostino da Crema e di Raffaele da Brescia, forse le più belle di tutte, che erano in San Michele in Bosco. Di queste ultime, sono riuscito ad ottenere delle buone immagini dovute al restauratore Simone Frabboni. Le tarsie sono una assoluta goduria: animali, fiori, frutti, libri, strumenti musicali e liturgici, ottaedri, dodecaedri, teschi, città, edifici singoli... non stancano mai.

grazie Màz e saludos
Solimano